Focus 2 – Turismo e ospitalità

Un focus settoriale inserito all’interno dell’articolo più ampio “Prima di domani. Chiediamoci cosa vogliamo veramente

Essendo basati a Firenze, una delle città più turistiche del Paese, viene naturale pensare a cosa stia accadendo ed accadrà a questo settore, quello più colpito, anzi, azzerato dalla pandemia globale. Il 31 Marzo il Sindaco Nardella, dichiarando un ammanco alle casse comunali di 75 milioni di  tassa di soggiorno, urla la necessità di liberare la città dalla vocazione turistica, trovare al più presto un modello di sviluppo alternativo e ripopolare il centro storico. Cerved valuta in un meno 73% il crollo del fatturato del 2020 rispetto all’anno scorso in Italia e, se è vero che il turismo con il suo enorme indotto produce il 10 per cento del Pil, un mese di blocco totale fa perdere 15 miliardi. Ovvero, lo 0,83 per cento del Pil. E non si possono nemmeno immaginare le conseguenze di una serrata che sta ormai diventando mondiale (Sole 24 Ore). 

Secondo una delle voci fiorentine e nazionali più autorevoli sul tema, quella di Giancarlo Carniani, Presidente degli Albergatori fiorentini di Confindustria Firenze, ma anche direttore scientifico di una delle più grandi fiere di settore, BTO – Buy Tourism online, “Il dopo Coronavirus porterà la più grande trasformazione che l’industria turistica ha visto dopo Internet, ci saranno grandi cambiamenti nelle modalità di viaggio, qualche operatore morirà, molti si riorganizzeranno, alcune mode passeranno di colpo e andranno in crisi anche i soggetti del mercato che ancora oggi usano l’arroganza della loro dimensione. Trovare un equilibrio sui prezzi sarà molto difficile perché verranno a mancare intere fasce di clientela, come i turisti americani, e l’eventuale corsa al ribasso penalizzerà in particolare gli hotel di prima fascia”. 

Le sue riflessioni, raccolte in numerose interviste rilasciate in questi giorni, si concentrano molto sul futuro, puntando sulla capacità di riorganizzarsi, riconvertirsi e rinnovarsi del settore. Immaginando un lungo periodo di dieta per l’hotellerie italiana, questa dovrà affidarsi nel momento della ripresa prevalentemente ad un mercato nazionale e fare perno, anche in questo caso, sui nuovi bisogni della domanda: che Carniani individua principalmente nel bisogno di socialità e in quello di sicurezza e igiene

Nel primo caso, ad esempio, molti alberghi potranno completare la propria offerta virando in parte il modello di business sull’organizzazione di eventi e feste (seppur contingentate), rivolgendosi al mercato locale; sul secondo, oltre a dover garantire una adeguata e continua igienizzazione delle strutture, si dovranno forse ripensare anche alcuni servizi base, come ad esempio quello della colazione, tradizionalmente offerta a buffet, che potrà trasformarsi in un servizio on-demand più in stile ristorante e/o offrire prodotti confezionati, per ovviare alla possibile contaminazione delle pietanze somministrate.

Per lo stesso motivo, Mirko Lalli sottolinea che probabilmente non tutte le strutture ricettive avranno la stessa sorte. Gli alberghi più grandi e le catene avranno le strutture e l’organizzazione tali da garantire igiene e sanificazione; ma ci fideremo ancora della pulizia che potremo trovare negli appartamenti di Airbnb o nei piccolissimi hotel? I sistemi di ascolto e monitoraggio del web che The Data Appeal Company e Travel Appeal hanno implementato su strutture alberghiere, destinazioni turistiche e clienti ci consentiranno di saperlo, ma non solo, recensioni e commenti sui social sono agganciati ad un algoritmo che li collega direttamente ai flussi, consentendoci di avere un monitoraggio istantaneo e molto più affidabile di qualsiasi analisi campionaria, dell’andamento della domanda e dell’offerta nel settore turistico. 

Nel frattempo comunque, secondo molti, Airbnb potrebbe non esistere più, perchè i proprietari avranno riconvertito gli affitti in contratti a lungo termine. Anche per ovviare a questo la piattaforma sta stanziando risorse straordinarie a sostegno dei propri hosts. Sarebbe comunque una epocale trasformazione rispetto a quello che stiamo vivendo da tempo nelle nostre città, che avrebbe un impatto non soltanto sul turismo ma sulla vita delle persone, sulla geografia urbana, consentendo forse – tornando all’appello del Sindaco Nardella – di ripopolare i centri storici tornando a farci vivere i cittadini

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Dall’ Archivio di fonti / Osservatorio Emergenza – Fondazione Innovazione Urbana:

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