L’ultima indagine condotta dall’Istituto Demopolis, per l’impresa sociale Con i Bambini (dati scaricabili qui), mette in luce uno scenario preoccupante per quanto riguarda le opportunità di crescita dei bambini nel nostro Paese. Si legge nell’indagine uscita lo scorso 18 novembre: i bambini e gli adolescenti di oggi sono i figli di un’Italia disuguale, di città quasi mai a misura di minori. La crisi economica degli ultimi anni, i tagli alla spesa sociale, la complessità delle relazioni familiari pesano sulle condizioni di crescita dei più piccoli e ne contraggono le prospettive, anche perché la mobilità sociale appare oggi frenata. In questo contesto, il pericolo da esorcizzare è che bambini ed adolescenti siano privati delle condizioni di base per apprendere, esprimersi, sperimentare; il pericolo da esorcizzare è la povertà educativa, che è insidiosa, ma si può curare: compensando gli eventuali limiti familiari e di contesto con l’accesso generalizzato alle opportunità educative, relazionali, emotive.
Vanno in questa direzione i 355 progetti attivati in tutta Italia grazie al Fondo per il contrasto della povertà educativa, gestito dall’impresa sociale Con i Bambini, organizzazione senza scopo di lucro interamente partecipata dalla Fondazione CON IL SUD. Il contribuito complessivo stanziato è di circa 281 milioni di euro, mentre il totale degli interventi interessa oltre 480.000 bambini e ragazzi, insieme alle loro famiglie, che vivono in condizione di disagio, coinvolgendo direttamente circa 8.000 organizzazioni, tra Terzo settore, scuole, enti pubblici e privati.
LAMA, which has been tasked with carrying out impact evaluations for the social enterprise Con I Bambini, is following three projects that have recently received funding:
Con i bambini dell’Italia di mezzo – link alla scheda
Piccoli che valgono – link alla scheda
Cantieri comuni – link alla scheda
“Una delle innovazioni più importanti introdotte dal Fondo – spiega Elena Como, Area Manager Research and Evaluation di LAMA– è l’aver richiesto che ogni progetto svolgesse attività di valutazione. Questo permetterà non solo di valutare il raggiungimento delle diverse tipologie di obiettivo ma anche di andare a inquadrare l’efficacia della cosiddetta ‘comunità educante’ ovvero della capacità di fare rete da parte dei diversi attori che concorrono all’educazione dei piccoli (insegnanti, nonni, genitori, referenti sportivi, educatori dei centri sociali, parroci, ecc). Il concetto di comunità educante è trasversale a tutti i progetti promossi dal Fondo che individua nella rete un elemento fondamentale per cambiare la condizione dei minori sul lungo periodo”. E anche tra l’opinione pubblica, almeno in termini di dichiarazione di principio, c’è questa consapevolezza: la responsabilità della crescita dei minori è di tutta la comunità (hanno risposto così il 46% degli intervistati alla ricerca Demopolis). Eppure, di questo non si parla abbastanza.”
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